La produzione di rifiuti elettronici è in costante crescita ma si fatica ad arrivare a una percentuale accettabile di riciclo.
È un business in costante crescita con un introito potenziale di 57 miliardi ogni anno – numeri a livello mondiale.
Secondo uno studio dell’Università di Bologna,
il recupero delle materie prime dai RAEE potrebbe generare un valore economico annuo compreso tra 2,15 e 3,67 miliardi di euro in Italia.
Inoltre, si potrebbero risparmiare circa 6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e 21 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 all’anno.
Per sfruttare al meglio questa opportunità è necessario migliorare la qualità e la quantità della raccolta differenziata dei RAEE,
incentivare la progettazione ecocompatibile delle apparecchiature elettroniche (eco-design),
promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecniche innovative per il trattamento e il riciclo dei rifiuti.
La difficoltà nel reperimento delle materie prime, è un problema che si è fatto prepotentemente avanti con la ripresa delle attività post-lockdown e
le apparecchiature tecnologiche sembrano essere i prodotti che hanno più risentito di questo problema.
Il processo di transizione ecologia, quindi un maggior utilizzo di impianti per l’utilizzo di fonti rinnovabili – eolico, pannelli solari, ecc.
– e il sempre maggior utilizzo del digitale, stanno facendo aumentare ulteriormente le richieste per tali componenti elettroniche.